Le DOP: |
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Rassegna principali cultivar : |
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ORIGINI |
La coltivazione della cultivar Itrana, conosciuta anche come oliva trana, la produzione dell'olio e delle olive da tavola che ne derivano, fanno parte, da tempi remoti, della storia e della cultura del territorio di produzione della provincia di Latina. I greci venuti nel tirreno per cercare metalli, ferro e rame, portarono una cultura sofisticata particolarmente apprezzata dalle elite locali che adottarono non solo oggetti ma anche la cultura della vite e dell’olivo. Già nel primo secolo avanti Cristo alle pendici dell’attuale paese di Cori gli eserciti di Silla e Mario, in lotta per il controllo di Roma, si scontrarono in una terribile battaglia, fra gli oliveti che costellavano le pendici dei Monti Lepini. Papa Urbano VI e il grande astronomo e sismologo G.B. Manzi erano originari di Itri città che ha dato il nome alla cultivar, ed entrambi molto attaccati all'oliva Itrana e all'olio che da questa si produce. Michele Pezza, detto Fra' Diavolo, nativo di Itri, era figlio di un modesto commerciante di olive e olio, ma anche se nato tra olio e olive e profondo estimatore di queste, non si può dire che per lui l’olivo sia stato simbolo di pace. Siamo a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo e la figura romantica e leggendaria di quest'uomo rimane sospesa tra il brigante, il rivoluzionario o vittima della storia stessa. Dal 2009 l’olio ottenuto dalle olive itrana ha avuto il riconoscimento DOP come “olio delle Colline Pontine.” |
CARATTERISTICHE DELLA ITRANA |
La leggenda narra che quando la nave di Enea sta per ripartire i marinai notano dei piccoli frutti neri che galleggiano nell’acqua incuriositi li assaggiano: il gusto amarognolo e salato è insolito, ma gradevole – era nata l’oliva di Gaeta. Le olive itrana sono conosciute con nomi diversi a seconda del grado di maturazione che a sua volta dipende dal periodo di raccolta che va da novembre ad aprile: oliva bianca per le itrana verde, cerasola per quella cangiante e di Gaeta per le olive mature (la denominazione “GAETA” è riferita al fatto che per l’esportazione le olive partivano dal porto di Gaeta) sono considerate tra le migliori d'Italia, La polpa soda si stacca perfettamente dal nocciolo. La salamoia, acida e leggermente salina, presenta tipici profumi latto-acetici originati dalle fermentazioni dei microrganismi endogeni. Servite sulla pizza, nelle insalate o con il pesce danno sapore e spessore ai piatti |
LAVORAZIONE DELLE OLIVE |
Il metodo di preparazione nelle diverse categorie prevede semplicemente l'addizione di acqua e sale (NaCl, min. 60 g/Kg), il controllo delle fermentazioni e del pH (<5) e la pulizia delle superfici del liquido di governo. Un altro tipico modo di presentarla a tavola è l'oliva schiacciata. Il frutto viene colto agli inizi di novembre quando è ancora verde; viene pestato in modo da spaccare la polpa senza ledere il nocciolo e viene quindi lasciato in acqua e sale per un paio di settimane. Dopo la "lavatura" viene riposto in vetro e condito con aglio, olio, peperoncino e prezzemolo e servito in tavola come antipasto. Inoltre nel periodo di piena maturazione (marzo - aprile) viene prodotta anche l'oliva appassita, di colore nero, posta in un contenitore con sale grosso per circa 10 giorni e, successivamente, stesa al sole al naturale per circa una settimana. Dopo tale procedimento, condita con aglio, olio e peperoncino viene consumata oppure usata per la preparazione di altri piatti e per la pizza. |
ZONA DI DIFFUSIONE |
La zona di produzione, come lascia intuire il nome stesso, è quella di Itri, in provincia di Latina, e dei comuni limitrofi. Sono basse colline, quasi a ridosso del litorale, a soli 5 km dalla costa. Si tratta dei Monti Lepini, che da sempre riforniscono il porto di Gaeta. Spesso la pendenza troppo elevata non permetteva la coltivazione diretta degli alberi, per cui il territorio si presenta con il paesaggio tipico delle “macere” muri a secco tirati su con le pietre prese direttamente dalla roccia affiorante dal suolo. Attualmente, l’apprezzamento da parte di molti consumatori, la versatilità dei suoi prodotti: (olive e olio), hanno spinto anche altri olivicoltori ad impiantare nuovi oliveti, sia nelle zone vicine (Frusinate, Casertano), sia altre zone con terreni ben esposti e con condizioni pedoclimatiche adatte, (ben arieggiate in leggera collina). È una pianta molto vigorosa, rustica ed alternante con una discreta produttività. Produce un frutto medio- grande con elevato rapporto e facile distacco polpa/nocciolo, dal gusto inconfondibile. L’olio è di colore giallo-verde, con sapore intenso, fruttato, lievemente amaro e piccante; note di pomodoro verde ed erbacee ne caratterizzano il pacchetto aromatico. Resiste mediamente ai rigori invernali, alla rogna e all’occhio di pavone, mentre è sensibile agli attacchi di mosca olearia. Una sua peculiarità è la maturazione decisamente tardiva: febbraio-marzo e oltre. È una cultivar autosterile che si avvale d’impollinatori quali il leccino o il pendolino. |
PIANTA Vigoria: alta Portamento: assurgente Chioma: elevata |
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INFIORESCENZA Lunghezza: ridotta Numero fiori: medio Epoca di fioritura: media |
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FOGLIA Forma: ellittico-lanceolata Dimensioni: medie Colore: verde chiaro e grigio chiaro |
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DRUPA Peso: elevato Forma: ellittica con umbone apicale Lenticelle: numerose e grandi |